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Sanità, Consiglio approva all’unanimità proposta unitaria

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Riassunto: Il Consiglio comunale di San Giovanni in Fiore all'unanimità ha votato una proposta di riqualificazione dell'ospedale e dei servizi sanitari; riconosciuto dal ministero della Salute, il documento incentiva l'integrazione ospedale-territorio, il potenziamento dell'Oncologia,

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18 Febbraio 2021

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Poco dopo le ore 18 di giovedì 18 febbraio, il Consiglio comunale di San Giovanni in Fiore ha approvato all’unanimità una proposta di riqualificazione dell’ospedale cittadino e dei servizi sanitari del territorio, che sarà partecipata ai sindaci dei Comuni del comprensorio e poi sottoposta al commissario alla Sanità calabrese, Guido Longo, e al commissario straordinario dell’Asp di Cosenza, Vincenzo La Regina. Per impedimenti personali alla seduta non hanno preso parte i consiglieri Noemi Guzzo e Giovanni Fragale, entrambi della maggioranza, e Antonio Barile, dell’opposizione.Il documento votato è frutto di un lavoro congiunto tra maggioranza e opposizione, definito anche con il contributo delle forze sindacali, di esperti di sanità e di associazioni del luogo, cui il sindaco di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro, ha rivolto il proprio ringraziamento, che ha esteso a tutti i consiglieri comunali.In sintesi, i punti principali del documento sono i seguenti: la pretesa che venga rispettato quanto già previsto dai decreti vigenti di riorganizzazione della rete ospedaliera regionale; il futuro inserimento del presidio di San Giovanni in Fiore quale ospedale di base; l’aumento dei posti letto, che al momento sono 52; la Radiologia autonoma come Unità semplice dipartimentale; l’ambulatorio di Cardiologia attivo per 12 ore; l’Anestesia e la Rianimazione con 4 unità mediche; la ripresa della Chirurgia generale in day e week surgery; la Nefrologia come Unità semplice dipartimentale.Inoltre, la proposta prevede il funzionamento a regime della Medicina generale con la Lungodegenza; la Direzione sanitaria e il Pronto soccorso (con 4 posti di Obi) come Unità complesse; l’aggregazione funzionale del presidio ospedaliero di San Giovanni in Fiore con l’ospedale Hub di Cosenza e non più con lo Spoke di Paola-Cetraro; il potenziamento dell’Oncologia e del settore dell’emergenza-urgenza, quest’ultimo anche per sostenere le prime diagnosi pediatriche.In quanto ai servizi dedicati al territorio, tra le richieste figurano l’istituzione di un Centro per la tossicodipendenza collegato all’analogo Servizio dell’Asp di Cosenza; l’attivazione del nucleo di Cure primarie; il rafforzamento dell’Adi, nello specifico con un’attività di 12 ore per 6 giorni settimanali.Ancora, nella proposta in argomento si guarda con particolare attenzione al trasferimento del 118 fuori dell’ospedale e all’istituzione della seconda Postazione di emergenza territoriale. Completa il quadro la richiesta di riattivare il Punto nascita, in deroga al vincolo dei 500 parti all’anno. Ciò è consentito – ha spiegato l’assessore comunale alla Sanità, Claudia Loria – dal decreto ministeriale (Salute) dell’11 novembre 2015.Ha illustrato la proposta in questione la consigliera di maggioranza Sabrina Musardo Gracco. Poi l’assessore Loria ha riassunto l’attività di ricognizione svolta a riguardo e prospettato una serie, dal suo punto di vista, di ulteriori necessità; intanto una Chirurgia generale anche per le patologie oncologiche.Il presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Simone Bitonti, ha auspicato “il dovere dell’unità”, citando un passaggio del recente discorso in Senato del presidente del Consiglio, Mario Draghi.Dalla maggioranza, Lucia Nigro ha detto che l’“obiettivo del documento è l’integrazione totale ospedale-territorio”, mentre Cristian Bitonti ha portato il saluto della consigliera Guzzo e dichiarato che “è il momento di dimostrare compattezza”. “È ora che si mettano da parte le appartenenze politiche”, ha raccomandato Salvatore Cocchiero. Giovanni Straface, che ha parlato anche a nome di Fragale, ha evidenziato “la necessità di ottenere nuovo personale sanitario”. Secondo Rosanna Bibiani, “la difesa dell’ospedale deve avvenire opponendosi alla logiche ragionieristiche” che hanno condizionato le politiche nazionali.Dai banchi dell’opposizione, Domenico Lacava ha espresso solidarietà allo studente dell’Università di Bologna Patrick George Zaki, poi ha osservato che “la sanità è rientrata nel quadro politico del Paese Italia” e ha rivolto un appello all’“unità del Consiglio comunale rispetto all’esigenza primaria di salvaguardare l’ospedale civile e i servizi del territorio”. Pietro Silletta ha chiesto di conoscere la collocazione (se in maggioranza o meno) di Teresa Cannizzaro, passata nel gruppo consiliare Fratelli d’Italia in San Giovanni in Fiore e intervenuta in Consiglio per ribadire l’importanza dell’aggregazione a favore della tutela della salute. In seguito Silletta ha lamentato di non aver ricevuto risposta e, con riferimento al tema della sanità, ha poi sottolineato: “Avevamo un obbligo morale nei confronti della nostra cittadinanza. Ai tavoli noi ci siamo seduti”. Salvatore Mancina ha invece puntualizzato: “Si tratta della madre di tutte le battaglie. C’è un ritrovato spirito unitario. La politica deve ritornare ad essere protagonista in materia di sanità”.Il sindaco Succurro ha ricordato “le vittime del virus” e “le famiglie addolorate o preoccupate per i loro cari”. “Per tutti loro – ha aggiunto – dobbiamo intensificare i nostri sforzi e proseguire con fiducia, coesione e volontà”. “È giusto condividere questa proposta – ha proseguito il primo cittadino di San Giovanni in Fiore – con i sindaci del comprensorio, perché l’ospedale di San Giovanni in Fiore e i servizi territoriali sono utili anche per i Comuni vicini, con i quali dovremo ragionare, lottare e costruire insieme”. “Dobbiamo allargare il fronte”, ha scandito Succurro, soffermandosi sui problemi organizzativi e di gestione della sanità regionale, commissariata dal governo. E ancora: “Peraltro dobbiamo includere anche i Comuni degli altri ospedali montani: Acri, Soveria Mannelli e Serra San Bruno”. “All’inizio dello scorso gennaio – ha poi chiarito il sindaco di San Giovanni in Fiore – il ministero della Salute ha formalmente riconosciuto che in Calabria il soggetto attuatore per l’attività anti-Covid è il commissario governativo alla Sanità. Per questo l’attivazione del reparto Covid nel nostro ospedale si è fermata; pure in considerazione dei richiami verbali del dipartimento della Programmazione sanitaria nazionale al precedente commissario ad acta. È così”.Infine, sulla situazione Covid a livello locale Succurro ha riferito: “Ci sono 2 casi attivi negli ultimi 14 giorni, più 5 casi positivi riconducibili al focolaio di Lagarò. Questi ultimi, emersi in seguito a tampone antigenico e da verificare con il molecolare, stanno già in quarantena”.

Ultimo aggiornamento: 18/02/2021, 00:00

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